I TRIBUNALI A ROMA

Anticamente i processi si svolgevano davanti al popolo che aveva il potere di confermare o rigettare il verdetto emesso dall’assemblea.

A partire dalla metà del II sec a.C.,però,furono creati dei tribunali permanenti, quaestiones perpetuae. Ciascuno di essi  era specializzato nel giudicare un determinato tipo di reati.

Quaestio de maiestate: era l’offesa al prestigio e alla maestà dello stato

ambitus, riguardava la corruzione elettorale,

de repetundis, si interessava della vessazione delle provincie,

de sicariis, riguardava gli omicidi,

de vi, si interessava di violenza, soprattutto politica,ecc.

Contro il verdetto del tribunale  non era consentito appello al popolo né ricorso giuridico, per cui spesso l’accusato per sottrarsi al giudizio, preferiva andare volontariamente in esilio.

Le giurie erano composte dai membri delle classi superiori.

La legge offriva molti incentivi all’accusatore che intentava la causa, nel caso che risultasse vincitore: ricompense finanziarie, avanzamenti di carriera politica, a spese del condannato nel cui rango subentrava spesso l’accusatore.

Il processo era come un grande spettacolo.

Il pubblico era formato dalla giuria,50/ 75 membri.

Era presieduta da un magistrato, generalmente un questore, e da un folto pubblico.

I processi si celebravano nel Foro o nel comitium: qui ogni presedente installava il proprio tribunale.

Su un palco di legno il presidente sedeva su un seggio, assistito da collaboratori, segretari, inservienti.

I tribunali erano all’aperto; però col cattivo tempo venivano utilizzate le 2 basiliche, Emilia e  Sempronia, poste accanto al Foro.

Più tribunali potevano operare contemporaneamente.

I giurati sedevano ai piedi del tribunale su banchi sopraelevati.

Ai  2 lati del tribunale  c’erano altri banchi riservati all’accusa e alla difesa e forse al pubblico più altolocato.

Gli accusati si presentavano in abiti a lutto ed erano accompagnati dai familiari in identica tenuta, dagli amici e dai clienti

Spesso anche i magistrati, i giudici e gli avvocati di entrambe le parti sì presentavano sostenuti dal loro pubblico.

Si cominciava col giuramento dei giurati che si rivolgevano verso il Foro ai piedi dei rostri.

L’accusatore si presentava con alcuni collaboratori che insieme a lui firmavano l’accusa, subscriptores,

Egli iniziava con un discorso sintetico illustrando gli argomenti dell’accusa.

L’accusato spesso delegava il compito della difesa ai suoi patroni.

Il presidente fissava i tempi per i discorsi dell’accusa e della difesa cui seguiva l’escussione delle testimonianze.

L’interrogatorio dei testimoni poteva dar luogo  a contestazioni tra le due parti.

Al termine del processo i giudici si riunivano in consiglio per deliberare, poi procedevano ad una votazione scritta su tavolette.