IL CANE E IL COCCODRILLO

Tra le molte tradizioni giunte attraverso i secoli dall’Oriente, una in particolare  riferisce che in Egitto i cani, per  non essere catturati dai coccodrilli, quando hanno necessità di abbeverarsi  nel fiume Nilo, lo fanno di gran fretta.

Un  giorno un cane, spinto da una grande arsura, vincendo la paura di poter essere aggredito da un abitante del grande fiume, cominciò  a bere sorso dopo sorso correndo in modo assai frettoloso per evitare di incappare in qualche insidia.

Ad un certo punto, però, attraverso le acque del fiume  gli si avvicinò un enorme animale: aveva il tronco allungato, la testa larga ed appiattita, la  coda lunga e robusta che veniva usata come timone. La pelle sul dorso era ricoperta da scaglie,  sul ventre e sulla gola piastre cornee contigue erano disposte in modo da formare una forte corazza.  L’animale lentamente si avvicinò al cane, che aveva smesso di bere e continuava la sua corsa sulla terraferma;  il gigante acquatico ,scoprendo i denti infissi negli alveoli, in modo mellifluo gli disse: “ Perché ti affretti? Bevi con tutto  comodo, non temere, non c’è nessun pericolo, nessuno vuole aggredirti”

Ma il cane, pur non avendo mai visto un simile animale, ricordando quanto la saggia madre gli aveva sempre detto sull’indole aggressiva  dei coccodrilli, gli rispose “ Lo farei, per Ercole, se non sapessi che sei ghiotto della mia carne”

 

Morale : Coloro che danno consigli insidiosi agli uomini cauti, perdono il loro tempo e vengono vergognosamente derisi.