INFRASTRUTTURE ROMANE

Strade

I Romani furono grandi costruttori di strade. Sceglievano un percorso che fosse quasi sempre in linea retta.

Poi procedevano così:

scavavano il terreno fino a raggiungere uno strato solido, poi stendevano ciottoli e pietrisco, statumen, poi uno strato di cemento che inglobava calce, rudus, e ghiaia, poi un rivestimento di frammenti di mattoni e cocci, nucleus, infine un quarto strato di pietre grandi disposte regolarmente come pavimentazione finale, pavimentum.

Le vie principali erano fiancheggiate dai marciapiedi, crepidines, per i pedoni, e da pietre miliari, lapides miliarii o miliaria, che segnalavano la distanza da Roma nel cui  Foro era posto il miliarium aureum, la pietra miliare di riferimento.

La zona centrale, riservata ai veicoli era di 2,50 m.

Era lastricata, strata, con lastre di pietra dura, lapides.

Ai lati restavano 2 sentieri, semita, di terra battuta per i pedoni

Le vie principali come Salaria, Emilia, Appia, Aurelia, andavano dai 3,60 ai 5,40 metri.

Le vie principali erano costruite e conservate a spese dello stato, i proprietari dei poderi limitrofi dovevano curare la manutenzione delle strade secondarie.

Via Aemilia – prese il nome dal costruttore, Marco Emilio Lepido, console nel 187 a.C. Collegava Piacenza a Rimini dove incontrava la via Flaminia. In epoca imperiale fu estesa fino ad Aosta passando per Milano.

Via Annia – fu costruita da Tito Annio Lusco, console nel 153 a.C. per unire Bologna ad Aquileia, passando per Padova.

Via Appia – detta regina viarum, era la strada più importante verso il sud. Appio Claudio Cieco, censore, nel 312, ne fece costruire il primo tratto di circa 220 km. da Roma a Capua. Nel 244 attraverso Benevento, Venosa e Taranto era stata allungata di altri 380 km. quando già da circa 50 anni era iniziata la sua lastricazione.

Via Aurelia – forse risalente al II sec a.C.,collegava Roma ad Arles, nella Provenza francese, passando per Pisa, Genova,Ventimiglia.

Via Cassia – Risale alla fine del III o all’inizio del II sec.a.C.. Da Roma passava per Sutri, Bolsena, Chiusi, Arezzo. Poi fu prolungata fino a Firenze e Modena.

Una diramazione raggiungeva Pistoia, Lucca, il porto di Luni (vicino La Spezia) e si univa alla via Aurelia.

Via Egnatia – costruita intorno al 130 a.C. divenne la via maestra per l’Oriente. Partiva da Epidamnus (o Dyrrachium) nell’Illiria greca (odierna Durazzo in Albania), luogo di sbarco per chi proveniva dall’Italia (dopo l’imbarco a Brindisi) e prese il nome dalla cittadina di Egnatia in Puglia, sul mare brindisino. Attraversava i Balcani, passando per la Macedonia fino a Tessalonica, Anfipoli e Bisanzio

(odierna Istanbul, chiamata anche Costantinopoli, dopo che l’imperatore Costantino vi trasferì la capitale dell’Impero nel 330 d.C.)

Via Flaminia – costruita nel 220 a.C. dal censore Caio Flaminio, in 330 km collegava Roma a Rimini, passando per Narni, Nocera Umbra, Fano, Pesaro.

Via Latina – antecedente al IV sec.a.C. partiva dalla porta Latina a Roma e confluiva a Capua nella via Appia attraversava Aquino, Cassino, Teano per un totale di 216 km ca.

Via Postumia – costruita dal console Spurio Postumio Albino nel 148 a.C. collegava il Mar Ligure con l’Adriatico. Partiva da Genova e arrivava ad Aquileia, toccando Cremona, Verona, Vicenza.

Via Sacra – assai famosa, univa la collina Velia al foro romano. Chiamata così per i numerosi monumenti e templi che la fiancheggiavano. Fu restaurata ed abbellita da Nerone nel 64 d.C. con porticati che ospitavano negozi prestigiosi, specialmente di gioielleria.

Via Salaria – antica, prese il nome dal fatto che era utilizzata per il trasporto del sale dalla foce del Tevere verso l’interno della penisola. Con i successivi prolungamenti arrivò a San Benedetto del Tronto, sull’Adriatico.

Via Valeria o Tiburtina – andava per 220 km da Roma a Pescara ( Aternum) i suoi primi 32 km costituivano l’antica via Tiburtina. Il suo ultimo tratto fu fatto costruire dall’imperatore Claudio.

 

 

 

Ponti

I Romani costruirono per primi la struttura a pilastri e architrave, sostituendo quella ad arco perché consentiva di scaricare il peso sui pilastri e rendeva più solide le costruzioni.

 

 

I viaggi

Viaggi  erano : frequenti per necessità commerciali, militari, amministrative, di studio, e per turismo o diporto( per recarsi nelle ville di campagna o al mare, per far visita agli amici , per vedere luoghi e monumenti famosi.

Per viaggi di lunga durata erano perfereite le vie di mare, ma non sempre era possibile imbarcarsi anche perché la navigazione di norma era sospesa da novembre a marzo.

Per spostarsi o si viaggiava a cavallo ,o su un mulo o su un carro

c’erano vari tipi di carro  a seconda delle necessità: erano a 2 o 4 ruote e si potevano prendere a noleggio.

Viaggio – iter

Viaggiare – iter facere

Viaggio all’estero – peregrinatio

Per mare – navigatio

Viaggiatore – viator

 

Veicoli:

cisium – agile calessino a 2 ruote, rapido e leggero,adatto a chi viaggiava senza bagagli, per viaggi brevi;

 plaustrum  – per trasporto di merci e bagagli ingombranti, a 2 ruote (rota) fatte senza raggi, a pieno disco;

Serracum  – a 2 ruote  basse, usato dai contadini per grandi carichi;

Carrus  – a 4 ruote, di origine celtica era trascinato da buoi, muli, asini.

 

Per il viaggio:

Pilentum – carrozza a 4 ruote simile al carpentum, ma più grande;anticamente era usato da sacerdotesse e matrone poi entrò nell’uso comune.

Essedum – carro da viaggio a 2 ruote, di origine celtica, usato anche dai gladiatori per gli spettacoli nel circo.

Raeda  o rheda,  – a 4 ruote, mezzo di trasporto assai comune per trasporto di passeggeri e bagagli.

Carpentum – elegante  a 2 ruote,trainato da 2 muli, coperto, usato da donne e sacerdoti, soprattutto in occasioni solenni.

Carruca – più confortevole,veloce ed elegante della raeda,adatta alle signore, pesante carro fornito di sterzo, adatto ai lunghi viaggi, si poteva dormire, carrura dormitoria.

àrcera – carrozza coperta per il trasporto degli ammalati,

lectiga – , una portantina coperta a forma di letto, portata a spalla da 8 robusti schiavi, lectigarii; serviva per farsi condurre a passeggio tra le vie della città.

Basterna – lettiga o diligenza chiusa, con robuste ruote a raggiera, usata soprattutto dalle donne,  trainata da 2 mule.

 

Per le soste c’erano:

Alberghi ( deversoria), trattorie ( popinae),locande ( cauponae), osterie

( tabernae, cauponae); queste ultime erano poco pulite, prive di servizi igienici, frequentate da gente di dubbia moralità.

Funzionari pubblici e ambasciatori alloggiavano e cambiavano i cavalli presso le villae, edifici pubblici affidati a parochi, fornitori ufficiali dello stato o appaltatori che in seguito ricevevano dallo stato un compenso per il vitto e l’alloggio dei funzionari ospitati.

Le stazioni di posta per il cambio dei cavalli, mutationes, di regola distavano 10-15 migli l’una dall’altra, circa 15 o 22,5 km.

Ogni 80-100 km vi era una stazione più importante e più attrezzata, mansio o statio, dove era possibile trovare veterinari, artigiani che riparavano i carri e poliziotti, publici.